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Segni negativi per imprese manifatturiere e costruzioni, aspettative di ripresa per turismo e servizi alle persone
Roma, 11 aprile 2022 - Sono circa 368mila le entrate di personale previste complessivamente dalle imprese ad aprile, ma l’impatto sullo scenario macroeconomico della crisi in Ucraina e la significativa crescita dei costi energetici e delle materie prime cominciano a produrre effetti soprattutto sulle imprese manifatturiere.
Il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che elabora le previsioni occupazionali di aprile[1], mostra infatti una riduzione del -8,5% delle entrate previste dal settore manifatturiero rispetto a marzo (-6mila) e del -5,9% se confrontate con un anno fa (-4mila). Anche le costruzioni registrano una frenata (-9,4% rispetto a marzo e -19,5% su 12 mesi fa). I servizi nel loro complesso risultano invece in crescita del 7,5% sul mese (+19mila) e del 39,1% sull’anno (74mila), grazie soprattutto alla ripresa del settore turistico favorito dall’allentamento delle restrizioni per la fine dello stato di emergenza e dalle prossime festività pasquali (+14mila sul mese; +56mila sull’anno). Positiva anche la domanda nei servizi alle persone (rispettivamente +5mila e +12mila) e, in maniera più contenuta, nel commercio (+2mila in entrambi i casi), sebbene la rapida crescita dell’inflazione incida negativamente sulle aspettative del comparto per i prossimi mesi. Considerando il totale dei settori economici le previsioni di assunzione ad aprile registrerebbero una crescita del 2,4% rispetto a marzo scorso (+9mila entrate) e del +20,3% se confrontati con aprile 2021 (+62mila).
Nonostante le incertezze e i timori per l’andamento della crescita economica, l’industria ricerca per il mese di aprile circa 103mila lavoratori da inserire in azienda. A livello settoriale le imprese delle costruzioni prevedono 34mila entrate), seguite poi dalle industrie della meccatronica (18mila unità), dalla metallurgia e prodotti in metallo (14mila unità) e dalle industrie alimentari (9mila). Sono invece 265mila le opportunità di lavoro offerte dalle imprese dei servizi, di cui 78mila nel settore turistico, 45mila in quello dei servizi alle persone[2] e 46mila nel commercio. Segni negativi si registrano, tuttavia, nei settori ICT (-11,8% rispetto ad aprile 2021) e Servizi avanzati alle imprese (-6,6%).
Nel complesso il flusso delle assunzioni è caratterizzato da una prevalenza di contratti a tempo determinato con 199mila unità, pari al 54,1% Seguono i contratti a tempo indeterminato (72mila), i contratti di somministrazione (41mila), i contratti non alle dipendenze (23mila), i contratti di apprendistato (21mila), altre forme contrattuali alle dipendenze (8mila) e i contratti di collaborazione (4mila).
Si attesta complessivamente al 40,4% la quota di assunzioni per cui le imprese dichiarano difficoltà di reperimento (8,3 punti percentuali in più rispetto ad aprile 2021), che sale al 55,8% per gli operai specializzati, al 47,8% per i conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili, al 47,4% per le professioni tecniche e al 47,2% per dirigenti e professioni intellettuali e scientifiche. Come mostra il Borsino delle professioni, le figure per cui la difficoltà di reperimento supera la soglia del 60% sono nell’ordine: artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (65,6%), fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica (64,6%), fabbri ferrai, costruttori di utensili (63,4%), meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (61,1%).
A livello territoriale si evidenzia, infine, una pronunciata crescita rispetto a un anno fa del flusso delle entrate previste ad aprile nelle regioni del Mezzogiorno (+25mila), seguite dalle regioni del Nord est (+20mila). Più contenute le previsioni delle regioni del Centro (+11mila) e del Nord ovest (+6mila).
[1] Le previsioni si basano sulle interviste realizzate nel periodo 24 febbraio – 10 marzo su un campione di circa 113mila imprese dell’industria e dei servizi con dipendenti iscritte al Registro imprese delle Camere di Commercio.
[2] Istruzione e servizi formativi privati, Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati, Servizi ricreativi, culturali e altri servizi alle persone.
Il Sistema Informativo Excelsior ‐ realizzato da Unioncamere e dall'ANPAL - attraverso le rilevazioni mensili, incentrate sui profili professionali e sui livelli di istruzione richiesti dalle imprese offre un'autorevole fonte di informazioni continuative sui fabbisogni di occupazione e di competenze professionali richiesti dalle imprese; tali dati sono utili non solo per la programmazione della formazione e dell'occupazione, ma anche quale strumento di supporto al matching tra domanda e offerta di lavoro.
Oltre alle informazioni mensili pubblicate attraverso i bollettini, i dati vengono analizzati ed elaborati per offrire una serie di pubblicazioni utili al mondo della scuola, delle imprese e dei giovani.
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Di seguito le ultime pubblicazioni in termini di tempo:
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Per informazioni:
Ufficio Statistica e Prezzi
tel.: 089 3068461 – statistica@sa.camcom.it
#sistemaexcelsior
Il sistema informativo Excelsior, l'indagine continuativa del sistema camerale sui fabbisogni occupazionali e formativi delle imprese del settore privato di industria e servizi, oltre a fornire una visione degli scenari futuri, consente anche di rilevare le trasformazioni avvenute nel sistema delle imprese.
Partendo dall’analisi dei dati dell’anno 2021 e andando a ritroso, è possibile ricostruire i cambiamenti introdotti dalle imprese salernitane per fronteggiare e superare la crisi sanitaria del 2020, e agganciare il treno delle trasformazioni (digitali e green) in atto nel sistema economico.
L’analisi focalizza l’attenzione su tre aspetti:
Nel 2021 il 67,4% delle imprese della provincia di Salerno ha dichiarato di avere investito nella trasformazione digitale, a fronte del 63,1% nel periodo 2016-2020.
Il 2020, quindi, è stato quindi l’anno della forte crescita, pari a quasi 12 punti percentuali, atteso che fino al 2019 solo poco più della metà delle imprese provinciali e regionali investivano nel digitale (Salerno e Campania da 51,7% nel periodo 2015-2019 a 63,4% del 2020).
In cosa hanno investito le imprese?
Il 43% lo ha fatto in maniera strategica in Internet alta velocità, cloud, mobile, big data analytics (quota al 36% nel periodo precedente) e il 40% in strumenti software dell’impresa 4.0 per l’acquisizione e la gestione di dati (era 22%). Seguono gli investimenti in sicurezza informatica 36%, IoT (internet delle cose) 34%, realtà aumentata a supporto dei processi produttivi 23% e robotica avanzata 14%.
Questo impulso verso la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi ha comportato significative conseguenze sulla domanda di lavoro, come emerge dai dati occupazionali.
Nel 2021 il 59% delle imprese dell’industria e dei servizi della provincia di Salerno ha programmato assunzioni, che arrivano così a superare il livello di 80mila contratti.
Tali valori ritornano ai livelli pre-pandemia (il 56% delle imprese nel 2019 con oltre 81mila contratti), dopo la significativa flessione delle entrate programmate osservato nel 2020 (47% imprese e meno di 60mila contratti).
L’analisi, infine, prende in esame le competenze richieste dalle imprese.
Risultano sempre più apprezzate dalle imprese di tutti i settori sia in provincia che in Campania le cosiddette e-skills (la capacità di utilizzare linguaggi e metodi informatici e matematici, il possesso di competenze digitali, la capacità di gestire applicazioni di robotica, Big Data Analytics, Internet of Things e processi di Impresa 4.0) e le competenze green (attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale).
Questo, in estrema sintesi, è ciò che emerge dall'analisi dei dati Excelsior-Unioncamere, effettuata dall'Ufficio studi della Camera di Commercio di Salerno.
Per approfondimenti consulta lo studio allegato, comprensivo di grafici e tabelle.
In provincia di Salerno, nel mese di marzo, sono programmate circa 6.740 entrate di cui 1.876 giovani; nella regione Campania 30.900, nell’area del Sud ed Isole saranno 95.000 e in Italia complessivamente 359.000.
La domanda di lavoro, in linea con i dati nazionali, risulta tenere (la rilevazione si è conclusa il 14 febbraio 2022 e le previsioni delle imprese non tengono conto delle ripercussioni delle recenti tensioni geopolitiche), ma “il quadro è in rapida evoluzione per la crescente incertezza causata dalle conseguenze della guerra in Ucraina e dalla preoccupante crescita dei costi energetici e delle materie prime, fattori che stanno mettendo a forte rischio la ripresa economica”.
A trainare la domanda sono i servizi di alloggio e ristorazione e i servizi turistici e l’area di produzione di beni ed erogazione servizio. Sale la domanda delle imprese rivolta ai giovani, il 29% degli ingressi rispetto a marzo 2021, quando fu pari al 23%. I contratti a termine, 72% del totale, risulta la forma maggiormente proposta. In 42 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. La motivazione principalmente indicata è la mancanza di candidati che a marzo 2022 è stata espressa per il 22,5% dei profili ricercati a fronte del 12,9% riscontrato invece a marzo dello scorso anno (9,6 punti percentuali in più), segue poi la preparazione non adeguata dei candidati (19,2% dei profili ricercati).
Nel complesso nel mese di marzo:
- le entrate previste si concentreranno per il 76% nel settore dei servizi e per il 81% nelle imprese con meno di 50 dipendenti;
- nel 28% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 72% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita);
- il 12% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (21%);
- il 10% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato;
- le tre figure professionali più richieste concentreranno il 37% delle entrate complessive previste.
E’ la sintesi di quanto emerge dall’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere e ANPAL, che offre un monitoraggio delle previsioni occupazionali delle imprese private dell’industria e dei servizi.
Per saperne di più, consulta il bollettino e le tavole statistiche.
In provincia di Salerno nel 2021 le entrate previste sono state 80.280 e circa 6 imprese su 10 (il 59% delle imprese con dipendenti dell’industria e dei servizi) hanno programmato di assumere, percentuale che ritorna ai valori pre-pandemia (il 56% delle imprese nel 2019), dopo una significativa flessione avutasi nel 2020, in cui i valori erano pari al 47%.
Cresce la domanda delle imprese di figure nella fascia giovanile ed è aumentata anche la difficoltà di reperimento per quasi tutti i profili professionali.
In particolar modo fra le opportunità di lavoro delle professioni tecniche (7.860 entrate previste in v.a.) la percentuale di difficoltà di reperimento è pari al 40,3%.
I driver della ripresa si confermano sia le competenze digitali (il 67,4% delle imprese ha investito nei vari ambiti della trasformazione digitale) sia la transizione verso prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico/minor impatto ambientale (il 24,4% delle imprese vi ha investito nel 2021).
Nel complesso nella provincia di Salerno:
- le entrate previste nel 2021 sono state 80.280 e si sono concentrate nella classe dimensionale “1-49 dipendenti”;
- per una quota pari al 25% hanno interessato il segmento giovanile, ovvero giovani con meno di 30 anni;
- il 67,8% delle entrate è un contratto a tempo determinato;
- le tre principali aree funzionali di inserimento sono state “la produzione beni, erogazione servizio” con il 48,8%, l’area “commerciali e vendite” con il 20,2% e “la logistica” con il 14,6%.
I dati presentati derivano dall’indagine Excelsior realizzata da Unioncamere in accordo con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) preso le imprese del settore privato di industria e servizi.
Per saperne di più consulta il bollettino e le tavole statistiche.
In provincia di Salerno nel mese di febbraio sono programmate circa 5.110 entrate di cui 1.431 giovani; nella regione Campania 25.100, nell’area del Sud e Isole saranno 82.200 e in Italia complessivamente 318.000.
Le entrate programmate, in diminuzione rispetto a inizio anno (-670 unità), risultano in marcato aumento rispetto a febbraio 2021 (+1.480 unità), in linea con i dati nazionali. Anche la variazione febbraio-aprile 2022/febbraio-aprile 2021 evidenzia un saldo positivo (+5.520 entrate).
A trainare la domanda sono i Servizi di alloggio e ristorazione ed i Servizi turistici. Sale la domanda delle imprese rivolta ai giovani, il 28% degli ingressi rispetto a gennaio 2022 che era pari al 25%. I contratti a termine, 75% del totale, risultano la forma maggiormente proposta.
Nel complesso nel mese di febbraio:
- le entrate previste si concentreranno per il 71% nel settore dei servizi e per il 78% nelle imprese con meno di 50 dipendenti;
- nel 25% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 75% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita);
- il 18% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (23%);
- in 32 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati;
- per una quota pari al 28% interesseranno giovani con meno di 30 anni;
- il 15% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato;
- le tre figure professionali più richieste concentreranno il 35% delle entrate complessive previste.
E’ la sintesi di quanto emerge dall’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere e ANPAL, che offre un monitoraggio delle previsioni occupazionali delle imprese private dell’industria e dei servizi.
Rallenta la domanda di lavoro rispetto a gennaio ma resta positivo il confronto con l’anno scorso
Roma, 21 febbraio 2022 – Sono 318mila le entrate programmate dalle imprese nel mese di febbraio, in diminuzione di circa 140mila unità rispetto ad inizio d’anno ma, grazie alla riapertura di tutte le attività economiche, in marcato aumento rispetto a febbraio 2021 (+102mila unità; +47,0%) quando erano in vigore più ampie restrizioni per il contenimento della pandemia e la campagna vaccinale era ancora agli esordi. Lo scenario evidenziato dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal[1], mostra che a frenare la domanda di lavoro sono le prospettive meno incoraggianti legate ai rialzi dei costi energetici e alle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, nonché la persistente difficoltà a reperire manodopera. Le maggiori incertezze si riflettono su tutti i comparti del manifatturiero con una flessione pari a -29,5% su base mensile, pur conservando una tendenza positiva rispetto a un anno fa (+27,4%). Negativa anche la congiuntura per le costruzioni (-20,7%) che mantiene comunque una tendenza positiva (+16,7%) rispetto a febbraio 2021. Ancora più accentuata la diminuzione dei contratti programmati dai servizi (-32,5% su base mensile ma +33,8% su base annuale) e in particolare dal commercio (-43,7% su gennaio ma +37,6% rispetto allo scorso anno) sul quale si riflette la maggiore cautela nei consumi delle famiglie per i rincari dei prezzi, a cominciare da quelli energetici.
Ma il match domanda-offerta di lavoro è sempre più difficile
Trasformazione digitale e costruzioni hanno trainato la ripresa occupazionale
Roma, 31 gennaio 2022 – Nel 2021, 6 imprese su 10 dell’industria e dei servizi hanno programmato assunzioni (a fronte del 58,8% del 2019); 4,6 milioni le entrate previste (+0,5% rispetto a prima della pandemia); crescono in tutti i settori e sono sempre di più difficile reperimento le ricerche di personale specializzato, mentre diminuiscono le richieste per le professioni impiegatizie e la domanda di diplomati e qualificati; la difficoltà di reperimento è in aumento per quasi tutti i profili professionali. E’ lo scenario delineato dal Bollettino annuale 2021 del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal[1], che mostra chiaramente come i driver principali delle trasformazioni in atto siano le competenze digitali (il 71% delle imprese ha investito in trasformazione digitale nel 2021) e la transizione verso un’economia più sostenibile (il 53% investe in competenze green).
“La ripresa dell’economia – commenta il Presidente di Unioncamere, Andrea Prete - porta con se’ una ripresa anche per l’occupazione. Ma permane il gap tra domanda e offerta di lavoro che ha diverse ragioni. Per i profili più qualificati c’è indubbiamente una carenza numerica ed è fondamentale per questo lavorare sull’orientamento all’interno dei percorsi scolastici. Per i profili meno qualificati, invece, un tema chiave è quello dell’esperienza e occorre insistere sulla utilità per i giovani di avere, già dalla scuola, un primo contatto con il mondo del lavoro e di sperimentare sul campo le proprie inclinazioni e abilità”.
Unioncamere, in collaborazione con l’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) sta realizzando, insieme alla Camera di Commercio di Salerno, il progetto Excelsior, già sviluppato con successo negli anni passati e che prosegue per l'anno 2022, con l'indagine finalizzata a rilevare i fabbisogni occupazionali e professionali delle imprese.
Nell’ambito di questo progetto, stiamo effettuando l’aggiornamento sulle previsioni di assunzione relative al trimestre marzo/maggio 2022 attraverso un questionario indirizzato ad un campione di imprese con dipendenti, distribuiti su tutto il territorio nazionale e selezionati casualmente dagli archivi delle Camere di Commercio.
Lunedì 31 gennaio 2022 è stata avviata la spedizione alle imprese selezionate, sulla propria casella PEC, della comunicazione contenente il link per la compilazione del questionario on line.
La rilevazione in oggetto fa parte delle indagini con obbligo di risposta previste dal Programma Statistico Nazionale e la scadenza per la compilazione è stata prorogata al 14 febbraio 2022.
Qui trovi maggiori info sul progetto Excelsior e i risultati delle indagini pregresse https://www.sa.camcom.it/informazione-economica
La domanda di competenze legate alla ecosostenibilità risulta maggiore per le entrate per le quali si ricercano livelli di istruzione più elevati.
Le competenze green vengono richieste all’84% dei laureati (+0,9 punti percentuali rispetto al 2019), all’83,5% di chi è in possesso di un diploma di istruzione tecnica superiore, mentre la quota per chi non si ritiene necessaria alcuna formazione specifica oltre la scuola dell’obbligo è scesa al 78,2% nel 2020 (-1 p.p.).
Anche per chi detiene una qualifica e/o un diploma professionale o un titolo di studio di livello secondario l’attitudine al risparmio energetico e sensibilità ambientale è un requisito importante per svolgere l’attività in azienda, richiesto rispettivamente al 78,6% e al 78,4% delle entrate del livello di istruzione.
Focalizzando l’attenzione sul grado di importanza elevato della green skill, si osserva per l’istruzione tecnica superiore l’incidenza più alta della domanda di personale con questa preparazione, pari al 45,7% dei contratti attivati a cui è richiesto l’ITS.
Qui trovi il rapporto completo https://www.sa.camcom.it/sites/default/files/contenuto_redazione/notizie/file/post_4_le_competenze_green_e_titoli_di_studio.doc