Venerdì 22 Novembre 2024
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Segnali di indebolimento della crescita economica da manifatturiero e costruzioni,
ma la domanda di lavoro tiene grazie alla ripresa di turismo e servizi alle persone
Roma, 6 maggio 2022 – Le imprese a maggio hanno in programma oltre 444mila assunzioni nonostante l’indebolimento della crescita economica osservato nel primo trimestre e le prospettive sempre più incerte per il secondo trimestre a causa della guerra in Ucraina ed alla conseguente crisi energetica e delle altre materie prime. A risentirne maggiormente sono le imprese manifatturiere: -4,4% i lavoratori ricercati rispetto ad aprile (-3mila) e -18,8% se confrontati con un anno fa (-15mila). Negative anche le costruzioni sia rispetto al mese precedente (-0,9%) e ancor più rispetto a un anno fa (-27,5%). In crescita invece i servizi (+30,2% rispetto ad aprile e +31,5% rispetto a maggio dello scorso anno) trainati soprattutto dalla ripresa della filiera turistica. Si conferma elevato il mismatch tra domanda e offerta di lavoro: sono difficili da reperire il 38,3% dei lavoratori ricercati, difficoltà riconducibile prevalentemente alla mancanza di candidati.
A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che elabora le previsioni occupazionali di maggio[1].
L’industria nel suo complesso è alla ricerca di 99mila profili professionali - in calo rispetto ad aprile del 3,3% e del 22,0% in confronto ad un anno fa - di cui 66mila da impiegare nel manifatturiero e 33mila nelle costruzioni. Le maggiori opportunità di lavoro nel manifatturiero sono offerte dalle imprese della meccatronica (17mila ingressi programmati), seguite dalle imprese metallurgiche e dei prodotti in metallo (14mila) e infine da quelle alimentari, bevande e tabacco (11mila). Ben più elevate le occasioni di lavoro offerte dal settore dei servizi, con 345mila ingressi programmati. È il comparto dei servizi di alloggio, ristorazione e dei servizi turistici a esprimere la domanda più significativa con circa 105mila entrate programmate. Seguono poi i servizi alle persone (67mila)[2] e i servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (56mila). Positiva la dinamica anche per il commercio e l’informatica e telecomunicazioni (rispettivamente con circa 52mila e 15mila assunzioni previste).
I contratti a tempo determinato con 246mila unità, pari al 55,5% si confermano la tipologia contrattuale maggiormente proposta ai profili ricercati. Seguono i contratti a tempo indeterminato (76mila), i contratti di somministrazione (49mila), i contratti non alle dipendenze (28mila), i contratti di apprendistato (23mila), altre forme contrattuali alle dipendenze (15mila) e i contratti di collaborazione (6mila).
Perdura la difficoltà delle imprese a reperire i profili ricercati: sono difficili da reperire il 38,3% delle figure professionali da inserire in azienda (7,4 punti percentuali in più rispetto a maggio 2021), soprattutto a causa della mancanza di candidati. A incontrare le maggiori difficoltà di reperimento di manodopera sono le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo per cui sono difficili da reperire il 52,6% dei profili ricercati. Seguono le industrie del legno e del mobile (50,4%), le industrie della meccatronica al pari delle imprese dei servizi informatici e delle comunicazioni (49,2% per entrambi) e le industrie del tessile, abbigliamento e calzature (47,4%). Tra i profili più difficili da reperire si segnalano, come riportato nel Borsino delle professioni, gli specialisti in scienze matematiche, informatiche e scientifiche (il 55,3% è di difficile reperimento), i tecnici in campo ingegneristico (56%) e tecnici della salute (56,5%), le professioni socio-sanitarie (50,1%), gli operatori della cura estetica (58%), oltre alle figure degli operai specializzati quali fabbri ferrai e costruttori di utensili (67,2%), artigiani e operai specializzati del tessile e dell'abbigliamento (65,7%), fonditori e saldatori (65,1%) e meccanici, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (62,2%).
A incontrare le maggiori difficoltà di reperimento sono le imprese delle regioni del Nord Est (sono difficili da reperire il 42,0% delle figure ricercate), seguite da quelle del Nord Ovest (41,1%), Centro (36,3%) e Sud e Isole (34,8%).
(...)
[1] Le previsioni si basano sulle interviste realizzate nel periodo 22 marzo 2022-07 aprile 2022, su un campione di circa 125mila imprese dell’industria e dei servizi con dipendenti iscritte al Registro imprese delle Camere di Commercio.
[2] Istruzione e servizi formativi privati, Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati, Servizi ricreativi, culturali e altri servizi alle persone.
Nel 2021 sono tornati a crescere gli investimenti sostenibili delle imprese
Roma, 22 aprile 2022 – L’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale si conferma come un requisito di base per entrare nel mercato del lavoro: nel 2021 le imprese hanno richiesto al 76,3% delle assunzioni programmate – pari a oltre 3,5 milioni di posizioni - competenze green, e nel 37,9% dei casi con un grado di importanza per la professione elevato.
Il 2021, infatti, ha registrato il recupero degli investimenti delle imprese nella Green Economy: il 24,3% delle aziende dell’industria e dei servizi ha investito in tecnologie e prodotti green (+3 punti percentuali rispetto al 2019) e il 52,5% ha investito in competenze green, ripristinando la dinamica positiva che si osservava prima della pandemia. Questi risultati sottolineano l’impegno delle imprese verso la transizione green, fattore ancor più strategico oggi per superare le fortissime tensioni nel campo energetico dell’approvvigionamento delle materie prime per la guerra in Ucraina.
È questa la fotografia mostrata dall’ultima edizione del volume “Le competenze green” del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL, realizzata in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne.
Questa pubblicazione, realizzata sugli esiti dell’indagine Excelsior svolta nel 2021, mette in luce due fenomeni che da tempo segnavano l’apertura di nuove imprese nel nostro Paese e che la pandemia dovuta al COVID-19 ha confermato, e forse accelerato:
Per quello che riguarda l’entità del fenomeno nuove imprese in termini assoluti, il quadro generale Italia segnala un buon rimbalzo: si è passati, infatti, dalle 143.880 nuove imprese del 2019 alle 129.300 del 2020 (-14.580, -10,13%) per poi risalire alle 151.890 del 2021 (+8.010, +5,57% su base 2019). La vitalità imprenditoriale “reale”, quindi, ha resistito abbastanza bene all’impatto della crisi sanitaria.
La quota di entrate programmate dalle nuove imprese è storicamente molto inferiore rispetto a quella riferita al totale delle imprese (23.270 rispetto alle 3.242.310 nel 2020; 21.430 rispetto alle 4.638.547 nel 2021). Sul versante territoriale, la quota sul totale delle entrate risulta superiore alla media in Campania (9,3 per 1000), seguite da Calabria, Molise, Lazio, Sicilia, Basilicata, Puglia e Abruzzo. Come per l’anno 2020, abbiamo qui la conferma che l’apertura di nuove imprese ha la sua base nel Meridione d’Italia – all’elenco manca solo la Sardegna, che ha una quota di poco inferiore alla media nazionale e vi si aggiunge il Lazio.
E nel nostro territorio?
Anche nella provincia di Salerno la quota di entrate programmate dalle nuove imprese è molto più bassa rispetto a quella del totale delle imprese (550 rispetto a 59.220 nel 2020; 420 rispetto alle 80.280 nel 2021).
In particolare guardiamo alle preferenze, per grandi gruppi professionali, indicate dalle nuove imprese per l’ingresso dei nuovi collaboratori e come orientano la loro ricerca le nuove imprese giovanili.
La distribuzione delle entrate previste dalle nuove imprese nel 2021 per grande gruppo professionale evidenzia una quota più rilevante di professioni high skill (cioè professioni dirigenziali, specialistiche e tecniche) rispetto alle entrate complessivamente previste dalle imprese italiane con dipendenti. Nelle nuove imprese queste raggiungono il 29,2% del totale, contro il 14,3% circa del complesso delle imprese, in crescita rispetto al 21,4% del 2020. Le nuove imprese richiedono inoltre una quota nettamente inferiore di professioni non qualificate (10,4%) necessitando maggiormente di ingressi con esperienza per la partenza delle attività.
Analizzando con maggior dettaglio le professioni, le nuove imprese giovanili evidenziano un fabbisogno di entrate simile a quello delle nuove imprese: interessante il dato su impiegati e addetti alla vendita in ascesa, come a dire che i giovani imprenditori necessitano nell’avvio dell’azienda di collaboratori che commercializzino i prodotti (43,6%) o organizzino l’attività quotidiana (professioni tecniche 27,6%).
Il profilo dei collaboratori richiesti dalle nuove imprese – quello di figure elevate con competenze qualificate e dirigenziali-tecniche – è confermato dai livelli di istruzione richiesti alle figure in entrata. Nel 2021 i tre livelli superiori (universitario, ITS e secondario) vengono richiesti molto di più nelle nuove imprese (50%), rispetto al complesso delle imprese (44,3%).
Le nuove imprese richiedono una quota minore di figure con livello di istruzione secondario (27,1%, contro il 30% nel complesso delle imprese) e senza una formazione specifica (28,3% contro 34,4%) mentre vi è una parificazione rispetto alla qualifica professionale (21,3% contro il 21,7%).
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Per essere sempre informati e scaricare gratuitamente il pdf dei volumi è possibile cliccare sul seguente link: Pubblicazioni Sistema Informativo Excelsior
Per informazioni:
Ufficio Statistica e Prezzi
tel.: 089 3068461 – statistica@sa.camcom.it
In provincia di Salerno nel mese di aprile sono programmate circa 7.130 entrate di cui 1.854 giovani; nella regione Campania 29.700, nell’area del Sud e Isole saranno 94.400 e in Italia complessivamente 368.000.
A trainare la domanda, come a livello nazionale, sono i servizi di alloggio e ristorazione e i servizi turistici con 2.420 entrate previste di cui 1.650 “Cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici”. Le costruzioni, invece, registrano una lieve crescita (+5,47% rispetto a marzo e +13,23% su 12 mesi), rispetto ai dati nazionali che ne vedono una frenata.
Sale la domanda delle imprese rivolta ai giovani, il 26% degli ingressi, rispetto a aprile 2021 quando fu pari al 22%. I contratti a termine, 76% del totale, risultano la forma maggiormente proposta. In 34 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati.
Nel complesso nel mese di aprile:
E’ la sintesi di quanto emerge dall’analisi dei dati del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere e ANPAL, che offre un monitoraggio delle previsioni occupazionali delle imprese private dell’industria e dei servizi.
Segni negativi per imprese manifatturiere e costruzioni, aspettative di ripresa per turismo e servizi alle persone
Roma, 11 aprile 2022 - Sono circa 368mila le entrate di personale previste complessivamente dalle imprese ad aprile, ma l’impatto sullo scenario macroeconomico della crisi in Ucraina e la significativa crescita dei costi energetici e delle materie prime cominciano a produrre effetti soprattutto sulle imprese manifatturiere.
Il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che elabora le previsioni occupazionali di aprile[1], mostra infatti una riduzione del -8,5% delle entrate previste dal settore manifatturiero rispetto a marzo (-6mila) e del -5,9% se confrontate con un anno fa (-4mila). Anche le costruzioni registrano una frenata (-9,4% rispetto a marzo e -19,5% su 12 mesi fa). I servizi nel loro complesso risultano invece in crescita del 7,5% sul mese (+19mila) e del 39,1% sull’anno (74mila), grazie soprattutto alla ripresa del settore turistico favorito dall’allentamento delle restrizioni per la fine dello stato di emergenza e dalle prossime festività pasquali (+14mila sul mese; +56mila sull’anno). Positiva anche la domanda nei servizi alle persone (rispettivamente +5mila e +12mila) e, in maniera più contenuta, nel commercio (+2mila in entrambi i casi), sebbene la rapida crescita dell’inflazione incida negativamente sulle aspettative del comparto per i prossimi mesi. Considerando il totale dei settori economici le previsioni di assunzione ad aprile registrerebbero una crescita del 2,4% rispetto a marzo scorso (+9mila entrate) e del +20,3% se confrontati con aprile 2021 (+62mila).
Nonostante le incertezze e i timori per l’andamento della crescita economica, l’industria ricerca per il mese di aprile circa 103mila lavoratori da inserire in azienda. A livello settoriale le imprese delle costruzioni prevedono 34mila entrate), seguite poi dalle industrie della meccatronica (18mila unità), dalla metallurgia e prodotti in metallo (14mila unità) e dalle industrie alimentari (9mila). Sono invece 265mila le opportunità di lavoro offerte dalle imprese dei servizi, di cui 78mila nel settore turistico, 45mila in quello dei servizi alle persone[2] e 46mila nel commercio. Segni negativi si registrano, tuttavia, nei settori ICT (-11,8% rispetto ad aprile 2021) e Servizi avanzati alle imprese (-6,6%).
Nel complesso il flusso delle assunzioni è caratterizzato da una prevalenza di contratti a tempo determinato con 199mila unità, pari al 54,1% Seguono i contratti a tempo indeterminato (72mila), i contratti di somministrazione (41mila), i contratti non alle dipendenze (23mila), i contratti di apprendistato (21mila), altre forme contrattuali alle dipendenze (8mila) e i contratti di collaborazione (4mila).
Si attesta complessivamente al 40,4% la quota di assunzioni per cui le imprese dichiarano difficoltà di reperimento (8,3 punti percentuali in più rispetto ad aprile 2021), che sale al 55,8% per gli operai specializzati, al 47,8% per i conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili, al 47,4% per le professioni tecniche e al 47,2% per dirigenti e professioni intellettuali e scientifiche. Come mostra il Borsino delle professioni, le figure per cui la difficoltà di reperimento supera la soglia del 60% sono nell’ordine: artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (65,6%), fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica (64,6%), fabbri ferrai, costruttori di utensili (63,4%), meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (61,1%).
A livello territoriale si evidenzia, infine, una pronunciata crescita rispetto a un anno fa del flusso delle entrate previste ad aprile nelle regioni del Mezzogiorno (+25mila), seguite dalle regioni del Nord est (+20mila). Più contenute le previsioni delle regioni del Centro (+11mila) e del Nord ovest (+6mila).
[1] Le previsioni si basano sulle interviste realizzate nel periodo 24 febbraio – 10 marzo su un campione di circa 113mila imprese dell’industria e dei servizi con dipendenti iscritte al Registro imprese delle Camere di Commercio.
[2] Istruzione e servizi formativi privati, Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati, Servizi ricreativi, culturali e altri servizi alle persone.
Il Sistema Informativo Excelsior ‐ realizzato da Unioncamere e dall'ANPAL - attraverso le rilevazioni mensili, incentrate sui profili professionali e sui livelli di istruzione richiesti dalle imprese offre un'autorevole fonte di informazioni continuative sui fabbisogni di occupazione e di competenze professionali richiesti dalle imprese; tali dati sono utili non solo per la programmazione della formazione e dell'occupazione, ma anche quale strumento di supporto al matching tra domanda e offerta di lavoro.
Oltre alle informazioni mensili pubblicate attraverso i bollettini, i dati vengono analizzati ed elaborati per offrire una serie di pubblicazioni utili al mondo della scuola, delle imprese e dei giovani.
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Di seguito le ultime pubblicazioni in termini di tempo:
La guida per l’orientamento fornisce alle aspiranti matricole universitarie le informazioni strategiche sulle attuali potenzialità del mercato del lavoro, le richieste di laureati e le competenze richieste dalle imprese. Come scegliere il proprio percorso dopo il diploma?
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La pubblicazione “Analisi della domanda di competenze digitali nel 2021” offre una panoramica sulle dinamiche della trasformazione digitale del comparto produttivo (industria e servizi) italiano e della richiesta di professionalità con competenze digitali. Nel 2021 le competenze digitali sono richieste dalle imprese a 3 assunzioni su 5.
Per saperne di più, scarica il pdf del volume Le competenze digitali nel 2021
Il volume presenta gli scenari più recenti sugli andamenti occupazionali per il prossimo quinquennio, con l’obiettivo di fornire un contributo utile per l’orientamento e la programmazione della formazione.
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Il sistema informativo Excelsior, l'indagine continuativa del sistema camerale sui fabbisogni occupazionali e formativi delle imprese del settore privato di industria e servizi, oltre a fornire una visione degli scenari futuri, consente anche di rilevare le trasformazioni avvenute nel sistema delle imprese.
Partendo dall’analisi dei dati dell’anno 2021 e andando a ritroso, è possibile ricostruire i cambiamenti introdotti dalle imprese salernitane per fronteggiare e superare la crisi sanitaria del 2020, e agganciare il treno delle trasformazioni (digitali e green) in atto nel sistema economico.
L’analisi focalizza l’attenzione su tre aspetti:
Nel 2021 il 67,4% delle imprese della provincia di Salerno ha dichiarato di avere investito nella trasformazione digitale, a fronte del 63,1% nel periodo 2016-2020.
Il 2020, quindi, è stato quindi l’anno della forte crescita, pari a quasi 12 punti percentuali, atteso che fino al 2019 solo poco più della metà delle imprese provinciali e regionali investivano nel digitale (Salerno e Campania da 51,7% nel periodo 2015-2019 a 63,4% del 2020).
In cosa hanno investito le imprese?
Il 43% lo ha fatto in maniera strategica in Internet alta velocità, cloud, mobile, big data analytics (quota al 36% nel periodo precedente) e il 40% in strumenti software dell’impresa 4.0 per l’acquisizione e la gestione di dati (era 22%). Seguono gli investimenti in sicurezza informatica 36%, IoT (internet delle cose) 34%, realtà aumentata a supporto dei processi produttivi 23% e robotica avanzata 14%.
Questo impulso verso la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi ha comportato significative conseguenze sulla domanda di lavoro, come emerge dai dati occupazionali.
Nel 2021 il 59% delle imprese dell’industria e dei servizi della provincia di Salerno ha programmato assunzioni, che arrivano così a superare il livello di 80mila contratti.
Tali valori ritornano ai livelli pre-pandemia (il 56% delle imprese nel 2019 con oltre 81mila contratti), dopo la significativa flessione delle entrate programmate osservato nel 2020 (47% imprese e meno di 60mila contratti).
L’analisi, infine, prende in esame le competenze richieste dalle imprese.
Risultano sempre più apprezzate dalle imprese di tutti i settori sia in provincia che in Campania le cosiddette e-skills (la capacità di utilizzare linguaggi e metodi informatici e matematici, il possesso di competenze digitali, la capacità di gestire applicazioni di robotica, Big Data Analytics, Internet of Things e processi di Impresa 4.0) e le competenze green (attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale).
Questo, in estrema sintesi, è ciò che emerge dall'analisi dei dati Excelsior-Unioncamere, effettuata dall'Ufficio studi della Camera di Commercio di Salerno.
Per approfondimenti consulta lo studio allegato, comprensivo di grafici e tabelle.
In provincia di Salerno, nel mese di marzo, sono programmate circa 6.740 entrate di cui 1.876 giovani; nella regione Campania 30.900, nell’area del Sud ed Isole saranno 95.000 e in Italia complessivamente 359.000.
La domanda di lavoro, in linea con i dati nazionali, risulta tenere (la rilevazione si è conclusa il 14 febbraio 2022 e le previsioni delle imprese non tengono conto delle ripercussioni delle recenti tensioni geopolitiche), ma “il quadro è in rapida evoluzione per la crescente incertezza causata dalle conseguenze della guerra in Ucraina e dalla preoccupante crescita dei costi energetici e delle materie prime, fattori che stanno mettendo a forte rischio la ripresa economica”.
A trainare la domanda sono i servizi di alloggio e ristorazione e i servizi turistici e l’area di produzione di beni ed erogazione servizio. Sale la domanda delle imprese rivolta ai giovani, il 29% degli ingressi rispetto a marzo 2021, quando fu pari al 23%. I contratti a termine, 72% del totale, risulta la forma maggiormente proposta. In 42 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. La motivazione principalmente indicata è la mancanza di candidati che a marzo 2022 è stata espressa per il 22,5% dei profili ricercati a fronte del 12,9% riscontrato invece a marzo dello scorso anno (9,6 punti percentuali in più), segue poi la preparazione non adeguata dei candidati (19,2% dei profili ricercati).
Nel complesso nel mese di marzo:
- le entrate previste si concentreranno per il 76% nel settore dei servizi e per il 81% nelle imprese con meno di 50 dipendenti;
- nel 28% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 72% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita);
- il 12% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (21%);
- il 10% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato;
- le tre figure professionali più richieste concentreranno il 37% delle entrate complessive previste.
E’ la sintesi di quanto emerge dall’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere e ANPAL, che offre un monitoraggio delle previsioni occupazionali delle imprese private dell’industria e dei servizi.
Per saperne di più, consulta il bollettino e le tavole statistiche.
In provincia di Salerno nel 2021 le entrate previste sono state 80.280 e circa 6 imprese su 10 (il 59% delle imprese con dipendenti dell’industria e dei servizi) hanno programmato di assumere, percentuale che ritorna ai valori pre-pandemia (il 56% delle imprese nel 2019), dopo una significativa flessione avutasi nel 2020, in cui i valori erano pari al 47%.
Cresce la domanda delle imprese di figure nella fascia giovanile ed è aumentata anche la difficoltà di reperimento per quasi tutti i profili professionali.
In particolar modo fra le opportunità di lavoro delle professioni tecniche (7.860 entrate previste in v.a.) la percentuale di difficoltà di reperimento è pari al 40,3%.
I driver della ripresa si confermano sia le competenze digitali (il 67,4% delle imprese ha investito nei vari ambiti della trasformazione digitale) sia la transizione verso prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico/minor impatto ambientale (il 24,4% delle imprese vi ha investito nel 2021).
Nel complesso nella provincia di Salerno:
- le entrate previste nel 2021 sono state 80.280 e si sono concentrate nella classe dimensionale “1-49 dipendenti”;
- per una quota pari al 25% hanno interessato il segmento giovanile, ovvero giovani con meno di 30 anni;
- il 67,8% delle entrate è un contratto a tempo determinato;
- le tre principali aree funzionali di inserimento sono state “la produzione beni, erogazione servizio” con il 48,8%, l’area “commerciali e vendite” con il 20,2% e “la logistica” con il 14,6%.
I dati presentati derivano dall’indagine Excelsior realizzata da Unioncamere in accordo con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) preso le imprese del settore privato di industria e servizi.
Per saperne di più consulta il bollettino e le tavole statistiche.
In provincia di Salerno nel mese di febbraio sono programmate circa 5.110 entrate di cui 1.431 giovani; nella regione Campania 25.100, nell’area del Sud e Isole saranno 82.200 e in Italia complessivamente 318.000.
Le entrate programmate, in diminuzione rispetto a inizio anno (-670 unità), risultano in marcato aumento rispetto a febbraio 2021 (+1.480 unità), in linea con i dati nazionali. Anche la variazione febbraio-aprile 2022/febbraio-aprile 2021 evidenzia un saldo positivo (+5.520 entrate).
A trainare la domanda sono i Servizi di alloggio e ristorazione ed i Servizi turistici. Sale la domanda delle imprese rivolta ai giovani, il 28% degli ingressi rispetto a gennaio 2022 che era pari al 25%. I contratti a termine, 75% del totale, risultano la forma maggiormente proposta.
Nel complesso nel mese di febbraio:
- le entrate previste si concentreranno per il 71% nel settore dei servizi e per il 78% nelle imprese con meno di 50 dipendenti;
- nel 25% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 75% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita);
- il 18% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (23%);
- in 32 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati;
- per una quota pari al 28% interesseranno giovani con meno di 30 anni;
- il 15% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato;
- le tre figure professionali più richieste concentreranno il 35% delle entrate complessive previste.
E’ la sintesi di quanto emerge dall’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere e ANPAL, che offre un monitoraggio delle previsioni occupazionali delle imprese private dell’industria e dei servizi.