Lunedì 25 Novembre 2024
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Le imprese coinvolte nella VII indagine mensile del 2024 del Sistema informativo Excelsior, volta ad analizzare i fabbisogni professionali previsti dalle imprese per il periodo agosto - ottobre, hanno tempo fino a mercoledì 3 luglio 2024 per compilare il questionario (termine prorogato).
Qui trovi ulteriori informazioni sull'indagine https://www.unioncamere.gov.it/lavoro-e-formazione/cameraorienta/indagini-corso
#sistemaexcelsior
“Introvabili” i profili nell’ambito ingegneristico, medico-paramedico e scientifico
Roma, 20 giugno 2024 – Gli esami di maturità sono iniziati e molti giovani, quasi neodiplomati, dovranno presto decidere se iscriversi all’università, valutando anche le opportunità che offre il mercato del lavoro per i laureati dei diversi indirizzi di studio.
È importante, allora, sapere che nel 2023 le imprese italiane dell’industria e dei servizi hanno pianificato di assumere oltre 768mila laureati, pari al 13,9% del totale dei 5,5 milioni di contratti di lavoro programmati. Ma le imprese hanno difficoltà a trovare quasi 1 laureato su 2, cioè 376mila figure.
Queste alcune delle indicazioni provenienti dal Sistema informativo Excelsior che Unioncamere realizza in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, relative alle opportunità di lavoro per i laureati e analizzate insieme ad AlmaLaurea nel volume “Laureati e lavoro”.
Economia e ingegneria le lauree più richieste
L’indirizzo economico è il corso di laurea più richiesto dalle imprese con 223mila contratti programmati nel 2023, seguito dall’insieme degli indirizzi di ingegneria, che arrivano a una richiesta complessiva di 162mila profili, suddivisi in 53mila laureati in ingegneria industriale, 49mila in ingegneria civile e architettura, 45mila in ingegneria elettronica e dell’informazione e 15mila in altri indirizzi di ingegneria.
Tra gli altri indirizzi più richiesti figurano anche quello di insegnamento e formazione (117mila), quello sanitario e paramedico (62mila) e quello scientifico-matematico-fisico-
Le motivazioni della difficoltà di reperimento
Le imprese hanno riscontrato difficoltà nella ricerca di 1 laureato su 2, pari a 376mila entrate nel 2023 (il 49% delle entrate di laureati), accentuando una situazione già complessa e che nel 2019 riguardava 1 laureato su 3.
Nel 62,9% dei casi il motivo di tali difficoltà è dato dal “gap di offerta”, ovvero un ridotto numero di candidati disponibili sul mercato, soprattutto quando si ricercano laureati degli indirizzi statistico, sanitario e paramedico, medico e odontoiatrico e chimico-farmaceutico.
Più contenute le difficoltà di reperimento legate al “gap di competenze”, ovvero collegate alla formazione non adeguata, indicate dalle imprese nel 29,3% dei casi.
I laureati introvabili
Le professioni che le imprese fanno più fatica a reperire per i laureati interessano in particolare l’ambito ingegneristico, medico e paramedico e scientifico. Più nel dettaglio, tra le professioni “introvabili” si evidenziano gli ingegneri elettrotecnici (90,6%), gli ingegneri dell’informazione (80,7%), le professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche (80,3%), i tecnici gestori di reti e di sistemi telematici (74,5%), i farmacisti (73,1%), gli specialisti in terapie mediche (71,4%), i medici generici (70,9%) e i progettisti e amministratori di sistemi (69,8%).
I tassi di occupazione
I dati dell’indagine di AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati offrono indicatori utili dal lato dell’offerta per comporre un quadro più completo sul mercato del lavoro del capitale umano altamente qualificato.
Nel 2022 il tasso di occupazione - a un anno dal conseguimento del titolo - è pari al 75,4% tra i laureati di primo livello e al 77,1% tra i laureati di secondo livello. Il confronto con le precedenti rilevazioni conferma il trend positivo non solo rispetto all’anno precedente ma anche rispetto a quanto osservato nel 2019.
Inoltre, con il trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo, le opportunità occupazionali offerte ai laureati migliorano: a cinque anni dalla laurea il tasso di occupazione è infatti pari al 92,1% per i laureati di primo livello e all’88,7% per quelli di secondo livello.
Nel dettaglio, si osservano tassi di occupazione più elevati a cinque anni dalla laurea per gli indirizzi ingegneria elettronica e dell’informazione (96,2%), statistica (95,8%), ingegneria industriale (95,6%), altri indirizzi di ingegneria (95,0%) e nell’area scientifica, matematica, fisica e informatica (92,6%).
E' partita oggi la VII indagine mensile del 2024 del Sistema informativo Excelsior, volta ad analizzare i fabbisogni professionali previsti dalle imprese per il periodo agosto - ottobre.
Le imprese coinvolte hanno tempo fino a giovedì 27 giugno 2024 per compilare il questionario.
Qui trovi ulteriori informazioni sull'indagine https://www.unioncamere.gov.it/lavoro-e-formazione/cameraorienta/indagini-corso
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In provincia di Salerno nel mese di giugno sono programmate 11.330 entrate e nel trimestre giugno-agosto 2024 saranno 31.950, nella regione Campania 40.700, e in Italia complessivamente 566.000.
Le entrate nella provincia salernitana risultano in aumento rispetto allo scorso anno, +3,5% sul mese e presentano una lieve flessione (-0,7%) prendendo a riferimento l’intero trimestre.
A giugno è l’industria a trainare con un +10% rispetto al 2023, confermata in particolare la dinamica positiva nazionale del comparto costruzioni, con un +15,6% nel mese e +14,6% nel trimestre. I servizi presentano un andamento positivo delle assunzioni più contenuto, +2,2% su base annua. I servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici, con più di 4mila contratti da attivare a giugno e circa 8mila entro agosto, offrono le maggiori opportunità di impiego.
In leggera ripresa la difficoltà di reperimento, in 43 casi su 100 le imprese prevedono che sarà arduo trovare i profili desiderati, nel mese di giugno del 2023 erano 42 su 100. La domanda delle imprese rivolta ai giovani pari al 31% degli ingressi in lieve calo rispetto al 32% di giugno 2023.
Così come accade a livello nazionale, è in calo la domanda di lavoratori immigrati, prevista per una quota pari al 17%, mentre nel giugno del 2023 era pari al 23%.
Nel complesso nel mese di giugno:
E’ la sintesi di quanto emerge dall’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere e ANPAL, che offre un monitoraggio delle previsioni occupazionali delle imprese private dell’industria e dei servizi.
In provincia di Salerno nel mese di maggio sono programmate 8.210 entrate e nel trimestre maggio-luglio 2024 saranno 33.180, in regione Campania 37.400, e in Italia complessivamente 494.000.
Le entrate nella provincia salernitana risultano in aumento rispetto allo scorso anno, +5,39% sul mese e presentano una lieve flessione -0,59% prendendo a riferimento l’intero trimestre.
A maggio è l’industria ad avere un segno negativo -6,15% rispetto al 2023; viene confermato il trend in calo delle entrate programmate dal comparto costruzioni con un -3,26%. I servizi determinano il traino delle assunzioni con un +9,24% su base annua. A guidare la domanda, complice l’approssimarsi della stagione estiva, sono i servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici con più di 2mila contratti da attivare a maggio (+17% sull’anno 2023) e circa 10mila entro luglio.
In leggera ripresa la difficoltà di reperimento, in 42 casi su 100 le imprese prevedono che sarà arduo trovare i profili desiderati, nel mese di maggio del 2023 erano 40 su 100. La domanda delle imprese rivolta ai giovani pari al 28% degli ingressi in lieve calo rispetto al 30% di maggio 2023.
Nel complesso nel mese di maggio:
- le entrate previste si concentreranno per il 78% nel settore dei servizi e per il 75% nelle imprese con meno di 50 dipendenti;
- nel 19% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 81% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita);
- il 13% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (16%);
- il 9% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato;
- per una quota del 14% le imprese prevedono di assumere personale immigrato;
- le tre figure professionali più richieste concentreranno il 39% delle entrate complessive previste.
E’ la sintesi di quanto emerge dall’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che offre un monitoraggio delle previsioni occupazionali delle imprese private dell’industria e dei servizi.
Per saperne di più consulta il bollettino, le tavole e l'analisi (allegati).
Al via la 5^ indagine del Progetto Excelsior, realizzata da Unioncamere e ANPAL al fine di indagare le previsioni di assunzione e i fabbisogni professionali delle imprese per il trimestre giugno - agosto 2024.
Le imprese coinvolte hanno tempo fino al 24 aprile per rispondere al questionario ricevuto via email.
Qui puoi consultare i risultati delle precedenti rilevazioni https://www.sa.camcom.it/informazione-economica/sistema-informativo-excelsior
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In provincia di Salerno nel mese di aprile sono programmate 8.560 entrate e nel trimestre aprile-giugno 2024 saranno 28.250, nella regione Campania 37.700, e in Italia complessivamente 446.000.
Le entrate in provincia di Salerno risultano in calo rispetto allo scorso anno, -7,5% sul mese e presentano un -16,14% prendendo a riferimento l’intero trimestre.
Ad aprile è l’industria ad avere complessivamente un segno positivo +15,49% rispetto al 2023: in particolare sono positive le previsioni degli ingressi nel manifatturiero (+36,11%), mentre sono in calo le entrate programmate dal comparto costruzioni (-5,71%). I servizi fanno registrare una flessione delle assunzioni (-11,84% su base annua). A guidare la domanda sono i servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici, con circa 3mila contratti da attivare ad aprile e circa 10mila entro giugno.
In leggera ripresa la difficoltà di reperimento, in 39 casi su 100 le imprese prevedono che sarà arduo trovare i profili desiderati, nel mese di aprile del 2023 erano 37 su 100. La domanda delle imprese rivolta ai giovani pari al 27% degli ingressi è in lieve calo rispetto al 28% di aprile 2023.
Come a livello nazionale anche in provincia di Salerno sono le piccole imprese con meno di 50 dipendenti a programmare il 76,66% delle assunzioni complessivamente previste per il mese di aprile, seguono le medie imprese nella classe 50-250 dipendenti con la previsione del 18,37% di entrate e le medio grandi imprese con oltre 250 dipendenti con il restante 4,96%.
Nel complesso nel mese di aprile:
- le entrate previste si concentreranno per il 81% nel settore dei servizi e per il 77% nelle imprese con meno di 50 dipendenti;
- nel 19% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 81% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita);
- l’11% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (17%);
- il 9% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato;
- per una quota del 18% le imprese prevedono di assumere personale immigrato;
- le tre figure professionali più richieste concentreranno il 39% delle entrate complessive previste.
E’ la sintesi di quanto emerge dall’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere e ANPAL, che offre un monitoraggio delle previsioni occupazionali delle imprese private dell’industria e dei servizi.
Per saperne di più consulta l'analisi, il bollettino e le tavole allegate.
Nel volume “Lavoratori immigrati” vengono presentate le informazioni sulle assunzioni che riguardano lavoratori stranieri, che sono state programmate dalle imprese italiane dei settori industria e dei servizi per il 2023, permettendo l’analisi delle caratteristiche qualitative e il confronto con la domanda di lavoro nel suo complesso.
Il segmento del mercato del lavoro dei lavoratori immigrati nei prossimi anni continuerà a svolgerà un ruolo fondamentale per attenuare il peso della transizione demografica. La popolazione in Italia si sta riducendo, e in particolare è in contrazione il segmento della popolazione in età lavorativa; il progressivo assottigliamento delle fasce d’età giovanili sta mettendo a rischio, già attualmente, il turnover del personale. Secondo le stime Istat al primo gennaio 2023 i cittadini stranieri residenti in Italia sono risultati oltre 5 milioni su meno di 59milioni di abitanti complessivi iscritti all’anagrafe, per un’incidenza dell’8,6%.
Negli ultimi anni, si è osservato un aumento costante della domanda di lavoratori immigrati. Nel 2023 le entrate che sono state programmate dalle imprese di personale immigrato, stimate dal sistema Excelsior, raggiungono il massimo storico di 1.057.620. Si tratta di un valore importante che per la prima volta supera il milione. Nel 2021 erano 673mila e 922mila nel 2022. Questo trend è particolarmente evidente nelle regioni del Nord Italia, dove si concentra la maggior parte delle entrate di lavoratori stranieri. Anche l’incidenza di lavoratori stranieri sul totale delle entrate programmate risulta negli ultimi anni sempre in crescita, partendo dal 12,9% del 2018 si va a salire fino al 19,2% del 2023.
Le entrate di personale immigrato che sono state previste dalle imprese salernitane sono state circa 18mila (nel 2022 erano state 14.740) con un incremento del 21,9% rispetto all’anno precedente ed un +99,6% rispetto al periodo pre-covid (nel 2019 erano state 9.000 entrate). Questo andamento è risultato in crescita sia a livello nazionale che regionale, inquadrandosi in un ormai consolidato aumento globale della domanda delle imprese.
Al 1° gennaio 2023, secondo i dati Istat, i cittadini stranieri residenti nella nostra provincia sono risultati circa 52mila (51.987) su un milione di abitanti iscritti in anagrafe con un’incidenza del 4,9%. La popolazione immigrata presente nella provincia di Salerno in valore assoluto è stata minore solo a quella della provincia di Napoli, mentre è risultata, come incidenza percentuale, maggiore di Napoli (4,27%) e minore solo a Caserta (5,57%).
Le entrate programmate di personale immigrato per regione ha visto la Campania al 5° posto (76mila, pari al 7,1% del totale nazionale) con una crescita annuale del 24%, mentre fra le prime dieci province per numero di entrate programmate di personale immigrato Napoli ha segnato una forte crescita rispetto al 2022 (+24,2%) e si posiziona al 4° posto nel rank delle province italiane. La provincia di Salerno, come entrate programmate, si è posizionata in valore assoluto al secondo posto in regione dopo Napoli, ma presenta un’incidenza maggiore (Salerno:17,99%, Napoli:17,48%).
Anche l’incidenza delle entrate che sono state programmate rispetto alla popolazione vede la provincia di Salerno riportare valori superiori.
A completamento dei dati rileviamo che nel 2023 le imprese straniere registrate nella provincia di Salerno sono state in valore assoluto 6.934 (sono incluse le imprese "Non classificate" ovvero le imprese prive del codice di attività economica), con un’incidenza del 5,7%. Il settore economico in cui sono risultate maggiormente presenti è il commercio, seguito dalle costruzioni e dal turismo e la forma giuridica principale è quella delle imprese Individuali
Questo in sintesi quanto risulta dall'approfondimento per la provincia di Salerno dei dati del Sistema Informativo Excelsior – indagine continua di Unioncamere in collaborazione con le Camere di Commercio sui fabbisogni occupazionali e formativi delle imprese italiane nell’industria e nei servizi – anno 2023. Nella lettura del report, elaborato dall’Uffici Studi e Statistica della Camera di Commercio di Salerno, occorre tenere sempre conto che l’Indagine del Sistema Excelsior non comprende la domanda di lavoro espressa dalle famiglie italiane (lavoro domestico) e quella del settore agricolo, tradizionalmente tra i principali comparti per impiego di personale immigrato.
In provincia di Salerno nel mese di marzo sono programmate 8.250 entrate e nel trimestre marzo-maggio 2024 saranno 25.090, nella regione Campania 38.600, e in Italia complessivamente 447.000.
La provincia salernitana risulta in crescita nelle entrate rispetto allo scorso anno, + 3,7% sul mese e presenta un +10,8% sul trimestre.
A marzo l’industria ha in programma 1.770 assunzioni (-7,8% rispetto al 2023); risultano positive le previsioni degli ingressi nelle costruzioni con un +3,8%, in linea con i dati nazionali. I servizi determinano l’andamento positivo delle assunzioni, con un +7,4% su base annua. A guidare la domanda sono i servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici con un +16,3% ed un +24,9% nel trimestre.
In leggera flessione la difficoltà di reperimento, in 40 casi su 100 le imprese prevedono che sarà arduo trovare i profili desiderati, nel mese di marzo del 2023 erano 42 su 100. La domanda delle imprese rivolta ai giovani pari al 28% degli ingressi mostra una diminuzione rispetto al 31% di marzo 2023.
Nel complesso nel mese di marzo:
- le entrate previste si concentreranno per il 79% nel settore dei servizi e per il 72% nelle imprese con meno di 50 dipendenti;
- nel 19% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 81% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita);
- il 17% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (20%);
- il 13% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato;
- per una quota del 18% le imprese prevedono di assumere personale immigrato;
- le tre figure professionali più richieste concentreranno il 37% delle entrate complessive previste.
E’ la sintesi di quanto emerge dall’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere e ANPAL, che offre un monitoraggio delle previsioni occupazionali delle imprese private dell’industria e dei servizi.
Per saperne di più consulta il bolletino e le tavole statistiche.
A livello nazionale serviranno tra 3,1 e 3,6 milioni di occupati
Le difficoltà di reperimento del personale costano all’Italia quasi 44 miliardi
Roma, 11 marzo 2024 – Tra il 2024 e il 2028 il mercato del lavoro italiano potrà esprimere un fabbisogno compreso tra 3,1 e 3,6 milioni di occupati, a seconda dello scenario macroeconomico considerato. Infatti, lo stock occupazionale 2023 potrebbe crescere nel quinquennio da un minimo di 238mila unità nello scenario negativo fino a un massimo di 722mila occupati in un contesto più favorevole.
In Lombardia - con un fabbisogno atteso pari a 669mila occupati nello scenario positivo – si concentrerà oltre il 18% dell’intera domanda nazionale, seguita da Lazio (356mila unità pari al 9,8%), Campania (320mila unità, 8,8%), Emilia-Romagna (306mila unità, 8,4%) e Veneto (302mila unità, 8,3%).[1]
Sulle previsioni inciderà, evidentemente, l’effettivo impatto delle risorse stanziate con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Le necessità di sostituzione dei lavoratori in uscita dal mercato del lavoro determineranno la gran parte del fabbisogno, 2,9 milioni di unità nel quinquennio, pari ad una quota dell’80% nello scenario positivo e del 92% in quello negativo.
E’ quanto emerge dal report sulle “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine” aggiornato al quinquennio 2024-2028, elaborato nell’ambito del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro.
“La riduzione del mismatch tra domanda e offerta di lavoro rappresenta una delle priorità di politica economica da affrontare in questo momento”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “I costi derivanti dal minor valore aggiunto che sarà possibile produrre nei diversi settori economici a causa del ritardato o mancato inserimento nelle imprese dei profili professionali necessari stanno infatti aumentando proprio a causa del progressivo innalzamento della difficoltà di reperire personale. La stima per il 2023 del costo del mismatch è di 43,9 miliardi, cifra corrispondente a circa il 2,5% del Prodotto interno lordo italiano. Per invertire il trend, che ha tante ragioni d’essere, a cominciare dall’andamento demografico, si deve lavorare sempre di più sul fronte dell’orientamento e avvicinare i percorsi formativi alle grandi trasformazioni in atto”.
Nel 2024-2028, per l’insieme dei settori privati e pubblici, circa il 41% del fabbisogno complessivo interesserà dirigenti, specialisti e tecnici (tra 1,3 e 1,5 milioni di unità); mentre le professioni commerciali e dei servizi assorbiranno il 19% del fabbisogno totale, gli impiegati il 15%, gli operai specializzati l’11% e i conduttori di impianti il 6%. Rispetto all'attuale struttura professionale saranno perciò destinate a crescere le professioni specialistiche e tecniche, ma anche quelle impiegatizie (per effetto della domanda della PA), mentre continueranno a diminuire operai specializzati e conduttori di impianti.
Circa il 38% del fabbisogno occupazionale del quinquennio riguarderà professioni con una formazione terziaria (laurea, diploma ITS Academy o AFAM), il 4% profili con un diploma liceale e il 46% personale in possesso di una formazione secondaria di secondo grado tecnico-professionale (diplomi quinquennali e IeFP quadriennali o triennali).
In particolare, nell’istruzione terziaria sarà elevato il fabbisogno di persone con un titolo in ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), che determinerà un significativo mismatch rispetto alla presenza di giovani in possesso di questo tipo di formazione che faranno ingresso nel mercato del lavoro. Per l’insieme dei percorsi STEM potrebbero mancare, infatti, ogni anno tra 8mila e 17mila giovani. Per quanto riguarda gli altri indirizzi, è attesa una carenza di offerta per l’indirizzo insegnamento e formazione (mancheranno tra 9mila e 12mila giovani), economico-statistico (5-11mila) e medico-sanitario (circa 7mila).
Anche per la formazione secondaria di tipo tecnico-professionale è prevista una carenza di offerta, che riguarderà sia i percorsi quinquennali (mancheranno tra 13mila e 42mila giovani all’anno) sia quelli di Istruzione e Formazione Professionale (con un’offerta in grado di coprire poco più della metà dei fabbisogni).
I macro trend delle transizioni green e digitale incideranno sulla domanda di personale portando sia ad un innalzamento delle competenze verdi e digitali richieste sia alla nascita di nuove figure professionali. Si stima che tra il 2024 e il 2028 il possesso di competenze green verrà domandato con importanza almeno intermedia ad oltre 2,3 milioni di lavoratori (quasi i due terzi del fabbisogno del quinquennio) e le competenze digitali a 2,1 milioni di occupati (oltre il 58% del fabbisogno totale).