Venerdì 27 Dicembre 2024
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Roma, 8 luglio 2024 – I presidenti delle Camere di commercio hanno confermato all’unanimità Andrea Prete alla guida di Unioncamere anche nel prossimo triennio.
Andrea Prete, ingegnere, imprenditore, è Presidente di Unioncamere dal 21 luglio 2021. Alla guida della Camera di commercio di Salerno dal 2015, è presente nei CdA di Infocamere e Gesac, società di gestione degli Aeroporti di Napoli e Salerno. E’ stato componente della Giunta nazionale di Confindustria nel 2006-2009 e ha ricoperto l’incarico di Presidente di Confindustria Salerno (tra il 2003 e il 2007 e tra 2017 e il 2021).
Ringraziando l’Assemblea, aperta dal past president, Carlo Sangalli, il presidente Andrea Prete ha indicato gli obiettivi del sistema camerale per il prossimo triennio.
“Vogliamo semplificare la vita delle aziende – ha detto Prete - partendo dall’expertise del Registro delle imprese e dagli strumenti del sistema camerale che già esistono (come lo Sportello unico per le attività produttive); contribuire alla digitalizzazione delle piccole e medie imprese (670mila quelle già accompagnate dai Punti impresa digitale nel passaggio al 4.0); sostenere l’internazionalizzazione delle Pmi, per aiutare altre imprese, oltre alle 28mila già supportate lo scorso anno, ad affrontare i mercati mondiali; agevolare il mercato del lavoro, accrescendo l’impegno a favore dell’orientamento, della certificazione delle competenze degli studenti e l’ingresso di manodopera straniera adeguatamente formata. Oltre un terzo delle imprese nel prossimo triennio prevede di assumere lavoratori extra-Ue, e di questo il 73% è spinto dalla carenza di lavoratori”, ha sottolineato Prete. “Ciò è legato al forte disallineamento tra formazione e mondo del lavoro, che oggi interessa quasi un profilo professionale su 2, e all’inverno demografico che stiamo vivendo e che porterà a una riduzione della popolazione under 20 di quasi un quinto al 2070. Il sistema camerale si candida a svolgere dunque un ruolo di facilitatore dell'ingresso di immigrati con profili qualificati. Le Camere possono, infatti, essere la piattaforma di servizio delle associazioni e delle imprese che necessitano di assumere lavoratori formati provenienti dall'estero”.
Su proposta del presidente Prete, l’Assemblea ha anche rinnovato l’incarico di vice agli otto presidenti di Camere di commercio, componenti dell’Ufficio di presidenza di Unioncamere. La squadra di governo dell’Unione è costituita quindi da:
Poco più della metà già finanziate,
in gran parte dal PNRR e da risorse pubbliche
Alta velocità Salerno-Reggio Calabria e Napoli-Bari, la Gronda di Genova, la ferrovia Adriatica tra le opere prioritarie
Roma, 18 gennaio 2023 – L’Alta velocità Salerno-Reggio Calabria e Napoli-Bari, la linea ferroviaria Adriatica, il nuovo collegamento tra Catania e Palermo, la Gronda di Genova, l’ammodernamento della Statale jonica. Sono alcune delle priorità più onerose, ritenute necessarie dalle imprese per assicurare un adeguato sviluppo infrastrutturale del Paese. Nel complesso, le priorità infrastrutturali di livello 1 sono 247. Il loro valore è di oltre 200 miliardi di euro, il 52% dei quali, per complessivi 104,5 miliardi di euro, già finanziati con risorse previste dal PNRR, dai fondi comunitari e da investimenti privati. Alcuni interventi sono affidati ai Commissari straordinari di Governo che, sul modello del Ponte di Genova, dovranno seguirne la realizzazione e velocizzarne l’iter. Questi alcuni degli elementi di sintesi dell’articolato e corposo lavoro svolto nell’arco di 15 mesi da Uniontrasporti che, con il concorso delle Camere di commercio e di Unioncamere, ha realizzato 19 Libri Bianchi regionali che descrivono i contesti territoriali, i punti di forza e di debolezza delle infrastrutture a livello locale, le esigenze e le priorità del sistema produttivo.
Il quadro di sintesi viene presentato e discusso oggi e domani, nel corso di un evento organizzato con Unioncamere a Roma.
“Il 90% del traffico di passeggeri in Italia avviene su strada mentre sulle ferrovie viaggia solo il 6% dei passeggeri, una quota inferiore a quella europea (7,9%)”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “La conseguenza, come evidenzia il PNRR, è che il settore del trasporto risulta tra quelli maggiormente responsabili delle emissioni climalteranti, con un contributo pari al 23,3% delle emissioni totali di gas serra”.
“Il sistema delle Camere di commercio – aggiunge - vuole rafforzare il suo ruolo di protagonista del confronto, fornendo un contributo per una nuova strategia nazionale per lo sviluppo di infrastrutture moderne, sostenibili e sicure e di una logistica efficiente e competitiva. Un contributo che potrà favorire e supportare la realizzazione delle numerose azioni, degli importanti investimenti e delle auspicate riforme previste nel PNRR. Per questo, nel 2023 elaboreremo e diffondereno un Libro Bianco nazionale sulle infrastrutture”.
Complessivamente, gli interventi segnalati dai territori sono 516. Di questi, 247 sono identificati come «priorità livello 1». Delle 247 priorità, 50 sono inserite nel PNRR con un investimento complessivo di 85,5 miliardi di euro e 45 risultano tra quelle affidate a un Commissario straordinario di Governo.
Dei 247 interventi prioritari, il 39% riguarda le regioni del Mezzogiorno, il 21% quelle del Nord Est, il 21% quelle del Centro e il 19% quelle del Nord Ovest.
Il sistema viario è il più coinvolto: il 44% delle priorità interessa questa via di transito, il 33% riguarda invece il sistema ferroviario, il 6% quello portuale, il 6% quello interportuale e il 5% quello aeroportuale. Il restante 6% è relativo al sistema idroviario, ciclabile e alla governance.
Gli interventi relativi al sistema viario e ferroviario assorbono oltre il 90% del valore economico complessivo, mentre i nodi (porti, interporti e aeroporti) si fermano a 11,5 miliardi di euro (5%).
Il valore degli interventi prioritari per rilanciare il Mezzogiorno supera i 90 miliardi di euro, di cui 57 dedicati al sistema ferroviario.
I primi 10 interventi più onerosi assorbono il 40% del valore totale di oltre 200 miliardi di euro. Le opere più costose sono l’Alta velocità Salerno-Reggio Calabria, il completamento e la messa in sicurezza della A2 Autostrada del Mediterraneo, l’ammodernamento della Statale Jonica, tutti interventi particolarmente sollecitati dalle imprese calabresi; la linea ferroviaria Adriatica, indicata dalle imprese marchigiane; il potenziamento infrastrutturale e il raddoppio della linea Pescara-Roma, segnalata dagli imprenditori abruzzesi; la realizzazione dell’Alta Velocità/Alta capacità Napoli-Bari, indicata dalle imprese campane; il nuovo collegamento AV/AC Palermo Catania e il completamento del raddoppio della linea ferroviaria Palermo-Messina, particolarmente cari alle attività siciliane; la Gronda di Genova e la realizzazione della bretella Carcare-Predosa, alle quali sono molto interessate le imprese liguri.
La mappa delle infrastrutture in Italia
L’analisi realizzata nei 19 Libri Bianchi regionali scatta una fotografia dello stato delle infrastrutture italiane e delle aree di forza e di debolezza dei nostri territori.
Guardando alla rete stradale, le performance migliori sono quelle del Nord Ovest e Nord Est e dell’area costiera che va da Roma a Salerno. Nelle prime 10 posizioni della classifica figurano i territori che presentano un’elevata consistenza di rete stradale e soprattutto di categoria autostradale. Ai primi posti, quindi, Milano, Roma, Napoli, Verona e Bologna.
Anche per il sistema ferroviario le prime 10 posizioni della classifica premiano soprattutto le aree settentrionali, Nord Ovest e Nord Est, e i territori che presentano un’elevata consistenza di rete ferroviaria elettrificata. Le province meno performanti sono quasi tutte caratterizzate dalla totale assenza o la scarsa significatività di servizi ferroviari di elevata qualità a cui, in alcuni casi, si associa anche un livello modesto di infrastrutturazione (è il caso ad esempio della Sardegna, in cui l’intera regione è sprovvista di rete elettrificata, ma anche di territori come Aosta, Biella, Belluno, Crotone, Ragusa e Trapani).
Per quanto riguarda i porti, solamente 12 territori su 105 presentano un livello di infrastrutturazione elevato: Livorno, Genova, Trieste, Napoli, La Spezia, Messina, Massa Carrara, Savona, Salerno, Pisa, Lucca e Gorizia, con una prevalenza , quindi, di province del Centro-Nord, in particolare di Liguria e Toscana, ma anche del Nord Est, con l’eccellenza del territorio triestino. Nel Mezzogiorno, emergono i territori di Napoli (quartaposizione), Salerno (nona posizione) e Messina (sesta).
Le infrastrutture aeroportuali (così come quelle portuali e logistiche) non esauriscono la domanda potenziale nell’ambito della provincia in cui sono fisicamente collocate, ma – se ben collegate - estendono la loro influenza anche su territori limitrofi. Si può quindi comprendere la presenza nella Top 10 di province che non possiedono un aeroporto nei loro confini, ma che sono molto prossime a province con grandi aeroporti. Complessivamente si osservano solamente 30 territori su 105 con un valore dell’indicatore elevato. Le prime dieci posizioni, con l’eccezione di Roma (che si trova al 1° posto) sono monopolizzate dalle province del Nord, in particolare in Piemonte e in Lombardia. Le province più penalizzate, invece, sono Sondrio, Bolzano, Caltanissetta, Grosseto, Potenza, Agrigento e Campobasso.
Per quanto riguarda la logistica, complessivamente l’analisi mostra che solamente 13 territori su 105 vantano una infrastrutturazione elevata. Le prime dieci posizioni sono monopolizzate dalle province del Nord Est, in particolare in Veneto ed Emilia-Romagna (dove di fatto si concentrano i principali nodi logistici). Nel Mezzogiorno emergono solo le province campane e l'area appulo-lucana, mentre il Salento, la Calabria, la Sardegna e la Sicilia Occidentale presentano livelli infrastrutturali logistici molto bassi.
Per informazioni di dettaglio: https://www.