Informazione economica

sdfsdfsd

Giovedì 27 Giugno 2024

Indagine mensile Excelsior nel periodo agosto-ottobre 2024 - Proroga termine rilevazione al 3 luglio 2024

Le imprese coinvolte nella VII indagine mensile del 2024 del Sistema informativo Excelsior, volta ad analizzare i fabbisogni professionali previsti dalle imprese per il periodo agosto - ottobre, hanno tempo fino a mercoledì 3 luglio 2024 per compilare il questionario (termine prorogato).

Qui trovi ulteriori informazioni sull'indagine https://www.unioncamere.gov.it/lavoro-e-formazione/cameraorienta/indagini-corso

#sistemaexcelsior

Ultima modifica: Giovedì 27 Giugno 2024
Giovedì 20 Giugno 2024

Difficile da trovare un laureato su due

“Introvabili” i profili nell’ambito ingegneristico, medico-paramedico e scientifico

 

Roma, 20 giugno 2024 – Gli esami di maturità sono iniziati e molti giovani, quasi neodiplomati, dovranno presto decidere se iscriversi all’università, valutando anche le opportunità che offre il mercato del lavoro per i laureati dei diversi indirizzi di studio.

È importante, allora, sapere che nel 2023 le imprese italiane dell’industria e dei servizi hanno pianificato di assumere oltre 768mila laureati, pari al 13,9% del totale dei 5,5 milioni di contratti di lavoro programmati. Ma le imprese hanno difficoltà a trovare quasi 1 laureato su 2, cioè 376mila figure.

Queste alcune delle indicazioni provenienti dal Sistema informativo Excelsior che Unioncamere realizza in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, relative alle opportunità di lavoro per i laureati e analizzate insieme ad AlmaLaurea nel volume “Laureati e lavoro”.

 

Economia e ingegneria le lauree più richieste

L’indirizzo economico è il corso di laurea più richiesto dalle imprese con 223mila contratti programmati nel 2023, seguito dall’insieme degli indirizzi di ingegneria, che arrivano a una richiesta complessiva di 162mila profili, suddivisi in 53mila laureati in ingegneria industriale, 49mila in ingegneria civile e architettura, 45mila in ingegneria elettronica e dell’informazione e 15mila in altri indirizzi di ingegneria.

Tra gli altri indirizzi più richiesti figurano anche quello di insegnamento e formazione (117mila), quello sanitario e paramedico (62mila) e quello scientifico-matematico-fisico-informatico (56mila).

 

Le motivazioni della difficoltà di reperimento

Le imprese hanno riscontrato difficoltà nella ricerca di 1 laureato su 2, pari a 376mila entrate nel 2023 (il 49% delle entrate di laureati), accentuando una situazione già complessa e che nel 2019 riguardava 1 laureato su 3.

Nel 62,9% dei casi il motivo di tali difficoltà è dato dal “gap di offerta”, ovvero un ridotto numero di candidati disponibili sul mercato, soprattutto quando si ricercano laureati degli indirizzi statistico, sanitario e paramedico, medico e odontoiatrico e chimico-farmaceutico.

Più contenute le difficoltà di reperimento legate al “gap di competenze”, ovvero collegate alla formazione non adeguata, indicate dalle imprese nel 29,3% dei casi.

 

I laureati introvabili

Le professioni che le imprese fanno più fatica a reperire per i laureati interessano in particolare l’ambito ingegneristico, medico e paramedico e scientifico. Più nel dettaglio, tra le professioni “introvabili” si evidenziano gli ingegneri elettrotecnici (90,6%), gli ingegneri dell’informazione (80,7%), le professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche (80,3%), i tecnici gestori di reti e di sistemi telematici (74,5%), i farmacisti (73,1%), gli specialisti in terapie mediche (71,4%), i medici generici (70,9%) e i progettisti e amministratori di sistemi (69,8%).

 

I tassi di occupazione

I dati dell’indagine di AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati offrono indicatori utili dal lato dell’offerta per comporre un quadro più completo sul mercato del lavoro del capitale umano altamente qualificato.

Nel 2022 il tasso di occupazione - a un anno dal conseguimento del titolo - è pari al 75,4% tra i laureati di primo livello e al 77,1% tra i laureati di secondo livello. Il confronto con le precedenti rilevazioni conferma il trend positivo non solo rispetto all’anno precedente ma anche rispetto a quanto osservato nel 2019.

Inoltre, con il trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo, le opportunità occupazionali offerte ai laureati migliorano: a cinque anni dalla laurea il tasso di occupazione è infatti pari al 92,1% per i laureati di primo livello e all’88,7% per quelli di secondo livello.

Nel dettaglio, si osservano tassi di occupazione più elevati a cinque anni dalla laurea per gli indirizzi ingegneria elettronica e dell’informazione (96,2%), statistica (95,8%), ingegneria industriale (95,6%), altri indirizzi di ingegneria (95,0%) e nell’area scientifica, matematica, fisica e informatica (92,6%).

Ultima modifica: Giovedì 20 Giugno 2024
Lunedì 17 Giugno 2024

Indagine mensile Excelsior sull'andamento dell'occupazione nelle imprese nel periodo agosto-ottobre 2024

E' partita oggi la VII indagine mensile del 2024 del Sistema informativo Excelsior, volta ad analizzare i fabbisogni professionali previsti dalle imprese per il periodo agosto - ottobre.

Le imprese coinvolte hanno tempo fino a giovedì 27 giugno 2024 per compilare il questionario.

Qui trovi ulteriori informazioni sull'indagine https://www.unioncamere.gov.it/lavoro-e-formazione/cameraorienta/indagini-corso

#sistemaexcelsior

Ultima modifica: Lunedì 17 Giugno 2024
Giovedì 13 Giugno 2024

Previsioni occupazionali in provincia di Salerno nel mese di giugno 2024

In provincia di Salerno nel mese di giugno sono programmate 11.330 entrate e nel trimestre giugno-agosto 2024 saranno 31.950, nella regione Campania 40.700, e in Italia complessivamente 566.000.

Le entrate nella provincia salernitana risultano in aumento rispetto allo scorso anno, +3,5% sul mese e presentano una lieve flessione (-0,7%) prendendo a riferimento l’intero trimestre.

A giugno è l’industria a trainare con un +10% rispetto al 2023, confermata in particolare la dinamica positiva nazionale del comparto costruzioni, con un +15,6% nel mese e +14,6% nel trimestre. I servizi presentano un andamento positivo delle assunzioni più contenuto, +2,2% su base annua. I servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici, con più di 4mila contratti da attivare a giugno e circa 8mila entro agosto, offrono le maggiori opportunità di impiego.

In leggera ripresa la difficoltà di reperimento, in 43 casi su 100 le imprese prevedono che sarà arduo trovare i profili desiderati, nel mese di giugno del 2023 erano 42 su 100. La domanda delle imprese rivolta ai giovani pari al 31% degli ingressi in lieve calo rispetto al 32% di giugno 2023.

Così come accade a livello nazionale, è in calo la domanda di lavoratori immigrati, prevista per una quota pari al 17%, mentre nel giugno del 2023 era pari al 23%.

Nel complesso nel mese di giugno:

  • le entrate previste si concentreranno per l’82% nel settore dei servizi e per l’80% nelle imprese con meno di 50 dipendenti;
  • nel 17% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 83% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita);
  • il 9% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (14%);
  • il 7% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato;
  • per una quota del 17% le imprese prevedono di assumere personale immigrato;
  • le tre figure professionali più richieste concentreranno il 47% delle entrate complessive previste.

E’ la sintesi di quanto emerge dall’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere e ANPAL, che offre un monitoraggio delle previsioni occupazionali delle imprese private dell’industria e dei servizi.

Ultima modifica: Giovedì 13 Giugno 2024
Venerdì 31 Maggio 2024

Focus sul mercato del lavoro e nuove professioni nel nuovo numero del magazine Unioncamere Economia&Imprese

È  disponibile il nuovo numero di “Unioncamere Economia & Imprese”, il magazine digitale delle Camere di commercio con articoli e contenuti sulle attività del sistema camerale.

Apre il numero l’editoriale di Antonio Paoletti, direttore del magazine, dedicato al mercato del lavoro e alle nuove professioni, con un’analisi delle opportunità e criticità da risolvere. In particolare, il focus è sulla contrazione demografica che incide – e inciderà ancor di più in futuro – sulla disponibilità della forza lavoro. A seguire, l’articolo dedicato alle professioni destinate a crescere nei prossimi anni, sulla base della fotografia scattata dal Sistema informativo Excelsior, che fornisce periodicamente i dati di previsione sull'andamento del mercato del lavoro e sui fabbisogni professionali e formativi delle imprese.

Si parla poi di Excelsiorienta, la piattaforma di Unioncamere nata per aiutare gli studenti a scegliere un futuro professionale in linea con i propri talenti e le proprie passioni, grazie a strumenti come “Guida alla carriera”, che offre un database strutturato ed esaustivo di tutte le professionalità presenti sul mercato e di tutti i percorsi di studio che si possono intraprendere e la “Guida all’imprenditorialità”, che fornisce consigli, indicazioni e suggerimenti per chi fosse interessato ad avviare una propria attività.

Tra le tematiche trattate nelle pagine successive, i primi risultati raggiunti da SNI-Servizio Nuove Imprese, la piattaforma delle Camere di commercio messa a punto da Unioncamere per accompagnare gli aspiranti imprenditori nella grande avventura di dar vita a una nuova impresa; dello studio “Le professioni e i mestieri del futuro: le implicazioni per l’Italia e il territorio della Venezia Giulia”, presentato al Festival del Cambiamento 2024; della riapertura delle iscrizioni al Registro imprese storiche; del lancio della nuova edizione del premio “Storie di alternanza e competenze” e del progetto di educazione finanziaria “Donne in attivo”.

E molto altro ancora… Buona lettura!


Il magazine è disponibile in allegato e nella pagina dedicata del sito Unioncamere, dove é possibile sfogliare anche i numeri precedenti.
Unioncamere Economia & Imprese - n.05/2024 (versione sfogliabile) (versione scaricabile)

 

Ultima modifica: Venerdì 31 Maggio 2024
Venerdì 31 Maggio 2024

Dataview: la digitalizzazione a Salerno nel 2023

Dataview: il barometro dell’economia locale
Ecco alcune informazioni economico-statistiche relative alla digitalizzazione in provincia di Salerno nel 2023
Per scaricare la scheda Dataview e la nota di lettura https://www.sa.camcom.it/dataview-2024


 

Ultima modifica: Venerdì 31 Maggio 2024
Mercoledì 29 Maggio 2024

Sono 120mila gli Enti del Terzo Settore nel RUNTS

Per 2 su 3 iscriversi porta vantaggi

 

Roma, 29 maggio 2024 – Sono 120mila gli Enti del Terzo settore iscritti al RUNTS al 31 dicembre 2023. Un universo che continua a crescere (a fine aprile gli ETS sono già 126mila) perché, come mostra una indagine campionaria effettuata sui 25mila enti non trasmigrati da altri registri, nati negli ultimi due anni, iscriversi conviene: apre a opportunità economiche, a partire dall’accesso al 5x1000, migliora i rapporti con la PA e consente un maggiore accesso a fondi.

Sono alcuni degli elementi che emergono dall’analisi effettuata grazie all’Osservatorio del RUNTS, promosso dal Ministero del Lavoro e da Unioncamere sulla base di un Accordo istituzionale. Il Registro unico del Terzo settore è stato istituito nel 2021 dal Ministero del Lavoro con il supporto tecnico di InfoCamere, la società di informatica del sistema camerale, mentre le analisi dello Osservatorio sono curate del Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne.

"Oggi, questo primo rapporto restituisce un importante patrimonio informativo di dati riguardo a un settore rilevante della nostra struttura economica e sociale qual è il mondo del Terzo Settore”, afferma Maria Teresa BellucciViceministro del Lavoro e delle Politiche sociali. “La pubblicità e la messa in trasparenza degli enti sono elementi centrali per rafforzare quell'imprescindibile legame fiduciario che questo settore deve avere con tutte le parti coinvolte, cittadini, decisori politici e istituzioni, base fondante per la crescita sociale e solidaristica delle nostre comunità. Sono convinta che questa sia la strada giusta da percorrere per ottenere sempre più importanti risultati. Il Governo ha lavorato e continua a lavorare per la riforma di un settore a cui vuole restituire un protagonismo che mai ha avuto prima d’ora, attribuendogli il ruolo centrale e strategico che gli compete e prestando attenzione anche agli enti di dimensioni più piccole che rappresentano un patrimonio di enorme importanza per tutto il tessuto sociale ed economico italiano".

La costituzione del Registro unico del Terzo Settore è un passo fondamentale verso il riconoscimento e la valorizzazione del ruolo delle organizzazioni che lo compongono”, sottolinea il presidente di UnioncamereAndrea Prete. “Il RUNTS costituisce un concreto dispositivo di economia sociale, attraverso il quale gli Enti del Terzo settore potranno contarsi, promuoversi, relazionarsi con gli altri soggetti a partire dalla PA in un contesto di trasparenza”.

 

Al 31 dicembre 2023, i 120mila enti registrati nel RUNTS sono in netta prevalenza Associazioni di promozione sociale (oltre 52mila, pari al 43,7%), Organizzazioni di volontariato (circa 37mila, pari al 30,7%) e Imprese sociali (quasi 24 mila, pari al 19,9%). Complessivamente, quindi, queste tre tipologie di ETS rappresentano il 94,3% del totale degli enti registrati. Sono inferiori le quote relative agli Altri enti del terzo settore (5,4%) e residuali quelle riferite agli altri soggetti.

Dal Registro risultano più di 2,5 milioni i volontari che prestano la propria opera negli ETS, la maggior parte dei quali operanti nelle ODV (65,5%, corrispondenti a quasi un milione e settecentomila unità) e nelle APS (23,9%, oltre 600mila unità). A questi si aggiungono quasi 55 mila lavoratori, concentrati per il 43,3% nelle ODV, 27,5% nelle APS e 26,4% negli Altri enti, mentre nelle imprese sociali si stima ci siano quasi 470mila lavoratori.

Se la concentrazione di ETS è elevata nel Mezzogiorno (31,6%), seguito da Nord-Ovest (23,3%), Centro (23,2%) e Nord-Est (21,9%), i dati rapportati alla popolazione residente evidenziano una presenza relativa più significativa nell’Italia orientale (237,6 ETS per 100mila abitanti) e in quella centrale (227,6), con il Mezzogiorno a seguire (190) e infine il Nord-Ovest (176,4).

Le prime tre posizioni sono occupate da Bolzano (433,6 enti ogni 100mila abitanti), Rieti (362,9) e Trento (350,6), seguite da Firenze, Terni e Biella (con valori compresi tra i 309,5 e i 301 enti ogni 100mila abitanti). Solo una provincia del Sud è presente nella top ten: Isernia, con 295,3 enti ogni 100mila abitanti.

Oltre un quarto degli enti opera nelle Attività ricreative e di socializzazione (26,5%). Altri ambiti particolarmente rappresentativi sono: Assistenza sociale e protezione civile (23,2%); Attività culturali e artistiche (19,8%) e Sanità (13,1%).

Per quanto riguarda le imprese sociali i principali settori di operatività sono Assistenza sociale e protezione civile (48,7%), Sviluppo economico e coesione sociale (30,7%) e Istruzione e ricerca (10,1%).

Il 5x1000 rappresenta una straordinaria opportunità di finanziamento per il Terzo Settore:

Il 40,4% degli ETS (al netto delle imprese sociali) ha dichiarato di essere accreditato al 5x1000, soprattutto Enti filantropici (73,3%), Reti associative (71,4%), Altri enti del terzo settore (61,0%) e ODV (48,3%).

Dall’analisi campionaria su 25mila ETS non iscritti nei registri preesistenti (a cui si sommano alcune imprese sociali di nuova iscrizione) emerge che per questi operatori i problemi finanziari e di reperimento fondi sono fondamentali (li segnala il 45,8% degli intervistati), con l’autofinanziamento che diventa la scelta principale per il 63,6% degli ETS. Anche il reperimento di volontari rappresenta una nota dolente (34,7%, ma diventa 57,1% per gli ODV), seguito dalla complessità degli adempimenti burocratici (lo segnala il 34,4% del totale).

C’è poi il problema delle competenze oggi necessarie per assicurare continuità ai progetti. Per molto più della metà degli ETS (58,5%), è fondamentale sviluppare competenze di progettazione, soprattutto per l’accesso ai bandi pubblici e reperimento fondi. Al secondo posto vengono segnalate le competenze per la gestione della comunicazione e dei social media (37,9%). Seguono competenze tecnico-operative (32,4%) e relazionali (27,3%).

Secondo i due terzi dei “nuovi” Ets l’iscrizione al RUNTS è una opportunità più che un semplice adempimento. L’accesso al 5x1000 emerge in assoluto come il beneficio maggiormente percepito dagli ETS di nuova iscrizione. L’accesso a forme di collaborazione, convenzionamento e/o contratti riservati con Pubbliche Amministrazioni, altro beneficio esplicitato dagli intervistati, riguarda il 17,0% del totale degli enti, a cui segue la possibilità di collaborazione con altri ETS (14,9%).

Ultima modifica: Mercoledì 29 Maggio 2024
Lunedì 27 Maggio 2024

Agroalimentare, ad aprile calano i prezzi di olio di oliva e latte. Ortaggi e pescato condizionati dal clima instabile

 

Roma, 27 maggio 2024 – Da quanto emerge nell’ultimo indice dei prezzi all’ingrosso elaborato da Unioncamere e BMTI, ad aprile i prezzi nel settore ortofrutticolo sono stati particolarmente condizionati dall’instabilità delle condizioni atmosferiche, caratterizzate da temperature primaverili nella prima parte del mese e, successivamente, da precipitazioni e calo delle temperature nella seconda parte. Tali circostanze hanno determinato un rallentamento delle produzioni ed un aumento dei prezzi di alcuni prodotti orticoli tra cui le lattughe (+5,7% rispetto a marzo), che si mantengono comunque inferiori del 30% rispetto allo scorso anno,  le patate novelle di produzione siciliana e pugliese (+7,4% rispetto a marzo), le cipolle (+12%) e i cavoli broccoli (quasi +11%). Timido l’avvio di annata per i meloni, che mostrano valori inferiori del 7% su base mensile e quasi del 17% su base annua. Il melone è stato uno dei prodotti che più ha sofferto dell’andamento climatico incostante di aprile. 

Nel settore zootecnico, invece, è continuato ad aprile il calo per il latte spot, ossia il latte venduto sfuso in cisterna (-2,5% rispetto a marzo), che ha risentito anche di una maggiore produzione favorita dalle temperature fresche.

In ribasso dell’1,7% rispetto al mese precedente le carni di bovino adulto mentre sono aumentate del 2,1% i prezzi delle carni di pollo, grazie al buon andamento della domanda, favorita anche in questo caso dalle temperature ancora fresche di aprile. Tuttavia, i prezzi attuali restano più bassi del 15,3% rispetto allo scorso anno. Allo stesso modo, rispetto al 2023, sono in calo del 17,6% anche le carni di tacchino che, invece, rispetto al mese di marzo sono rimaste stabili. 

Sostanziale stabilità anche per i prezzi all’ingrosso di riso e dei derivati dei cereali (semola e farina), che confermano un ribasso del -10% rispetto al 2023. 

Tra gli oli e grassi, è stato rilevato un leggero calo dello 0,8% per l’olio di oliva, con il mercato italiano che ha risentito anche della revisione al rialzo delle stime sulla produzione spagnola e delle piogge registrate nella penisola iberica. I prezzi attuali rimangono comunque elevati, superiori del +51,3% rispetto ad un anno fa. Sulla scia dei rialzi del prezzo dell’olio di semi di girasole, tornano a crescere i listini dell’olio di semi (+2,4% rispetto al mese precedente). 

Tra le materie grasse sono diminuiti del 2,3% i prezzi del burro che continuano a essere superiori del 30% rispetto al 2023.  Nel settore ittico, si evidenziano diffusi rialzi per i prezzi del pescato, complici, da un lato, una riduzione delle attività di pesca dovuta al maltempo e, dall’altro, il buon andamento della domanda proveniente dalla ristorazione. Gli aumenti più rilevanti si registrano per i cefali (+46,1% su base mensile), le sarde (+27,1%), le spigole (+21,3%), i calamari (+16,5%) e il baccalà secco (+24,4%).

Ultima modifica: Lunedì 27 Maggio 2024
Venerdì 24 Maggio 2024

Composizione negoziata: crisi d’impresa risolta in un caso su 5 e in minor tempo

Roma, 24 maggio 2024 – Ci si mette decisamente meno tempo e, in un caso su 5, si raggiunge l’obiettivo di salvare una impresa e i suoi lavoratori dal fallimento. I dati dell’Osservatorio di Unioncamere sulla composizione negoziata, mostrano che questa procedura comincia a prendere piede nel Paese. Ma soprattutto che è più rapida del ricorso al Tribunale e più efficace quando è più tempestiva.

I dati mostrano infatti che il tempo trascorso tra la data di presentazione dell’istanza di composizione negoziata e la chiusura del procedimento è stato, in media, di circa 250 giorni, di 357 giorni per quelle chiuse con successo e di 227 giorni archiviate con esito sfavorevole. La fase giudiziale di un concordato preventivo concluso con successo dura invece in media circa 520 giorni.

La miglior conoscenza dello strumento e probabilmente anche la sua maggior rapidità stanno favorendo un più ampio ricorso ad esso da parte delle imprese. Al 15 maggio, le istanze di composizione negoziata sono 1.450, 413 in più rispetto a quelle censite a novembre 2023, con una crescita incrementale rispetto al semestre precedente (maggio– novembre 2023) di oltre il 50 % (413 contro 270 istanze).

Cresce anche il tasso di successo medio trimestrale della Composizione, che arriva al 21,2% delle istanze chiuse

Due elementi positivi contraddistinguono i dati dell’Osservatorio sulla composizione negoziata: aumenta il ricorso da parte delle imprese e cresce anche il tasso di successo”, sottolinea il segretario generale di UnioncamereGiuseppe Tripoli. “E’ un ottimo segnale per questo istituto sostanzialmente nuovo, capace di salvaguardare l’attività delle aziende, facendo loro superare momenti di difficoltà, e assicurare il mantenimento di tanti posti di lavoro. Le Camere di commercio non si limitano ad aiutare le imprese nella crisi, ma a sviluppare il progetto di rilancio”.

Il maggior numero delle istanze proviene dalla Lombardia (il 23% del totale), seguita dal Lazio (12% del totale) e, in ordine decrescente, dall’Emilia-Romagna, dal Veneto, dalla Toscana, dalla Puglia e dalla Campania. La Composizione negoziata è utilizzata relativamente di più dalle imprese della manifattura e delle costruzioni.

Delle 1.450 imprese che hanno avuto accesso allo strumento, il 6% appartiene alla categoria di imprese “sottosoglia”[1] ed il 9% ad un gruppo, il 22% ha manifestato l’esigenza di ricorrere a nuove risorse finanziarie e il 76% ha richiesto l’applicazione delle misure protettive del patrimonio.

Sul totale delle 1.450 istanze presentate, 831 risultano archiviate di cui circa il 18% (153 casi) con esito favorevole. Invece, 87 istanze sono state rifiutate e oltre 500 sono in fase di gestione.

Il dato delle chiusure positive è di gran lunga aumentato nel corso dell’ultimo anno e, soprattutto, ha interessato imprese di dimensioni più significative - in termini di lavoratori impiegati e attivo di bilancio - rispetto a quelle che hanno concluso la Composizione con insuccesso. Le imprese per le quali la Composizione negoziata si è conclusa positivamente hanno un numero maggiore di lavoratori (55 contro 45 in media) e un attivo di bilancio superiore (di circa il 48%).

Oltre ad essere più grandi, le imprese che portano a termine con successo la Composizione negoziata hanno affrontato la crisi dell’impresa in maniera più tempestiva: le imprese in crisi “grave” già prima della presentazione dell’istanza hanno minori probabilità di una conclusione favorevole del procedimento.

In generale, facendo un confronto con le più diffuse procedure concorsuali, emerge che alla composizione negoziata accedono in prevalenza imprese che affrontano la crisi più celermente. A prescindere dall’esito della procedura, le imprese in composizione negoziata sono in sofferenza in media da 17,6 mesi, a fronte di 30,3 mesi di quelle in concordato e di 44,7 mesi di quelle in liquidazione giudiziale.

Un ulteriore elemento di analisi emerge dalla lettura di quanto è avvenuto riguardo alle istanze archiviate con esito negativo. I dati mostrano che circa nella metà dei casi, le imprese non hanno avuto accesso agli altri istituti o alle procedure disciplinate dal codice della crisi né avviato processi di scioglimento volontario. Questo fa ritenere che tali imprese siano attualmente ancora operative.

(...)

[1] L’art. 2 comma 1, lett. d) del Codice della crisi e dell’insolvenza definisce “sottosoglia” l’impresa che presenta congiuntamente i seguenti requisiti: i) ricavi minori di 200.000 €; ii) attivo patrimoniale inferiore a 300.000 €; iii) debiti inferiori a 500.000 €.

Ultima modifica: Venerdì 24 Maggio 2024
Lunedì 13 Maggio 2024

Previsioni occupazionali in provincia di Salerno nel mese di maggio 2024

In provincia di Salerno nel mese di maggio sono programmate 8.210 entrate e nel trimestre maggio-luglio 2024 saranno 33.180, in regione Campania 37.400, e in Italia complessivamente 494.000. 

Le entrate nella provincia salernitana risultano in aumento rispetto allo scorso anno, +5,39% sul mese e presentano una lieve flessione -0,59% prendendo a riferimento l’intero trimestre. 

A maggio è l’industria ad avere un segno negativo -6,15% rispetto al 2023; viene confermato il trend in calo delle entrate programmate dal comparto costruzioni con un -3,26%. I servizi determinano il traino delle assunzioni con un +9,24% su base annua. A guidare la domanda, complice l’approssimarsi della stagione estiva, sono i servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici con più di 2mila contratti da attivare a maggio (+17% sull’anno 2023) e circa 10mila entro luglio. 

In leggera ripresa la difficoltà di reperimento, in 42 casi su 100 le imprese prevedono che sarà arduo trovare i profili desiderati, nel mese di maggio del 2023 erano 40 su 100. La domanda delle imprese rivolta ai giovani pari al 28% degli ingressi in lieve calo rispetto al 30% di maggio 2023. 

Nel complesso nel mese di maggio:
- le entrate previste si concentreranno per il 78% nel settore dei servizi e per il 75% nelle imprese con meno di 50 dipendenti;
- nel 19% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 81% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita);
- il 13% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (16%);
- il 9% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato;
- per una quota del 14% le imprese prevedono di assumere personale immigrato;
- le tre figure professionali più richieste concentreranno il 39% delle entrate complessive previste. 
    
E’ la sintesi di quanto emerge dall’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che offre un monitoraggio delle previsioni occupazionali delle imprese private dell’industria e dei servizi. 

Per saperne di più consulta il bollettino, le tavole e l'analisi (allegati).

 

Ultima modifica: Martedì 14 Maggio 2024