Lunedì 23 Dicembre 2024
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Rallenta la nascita di nuove imprese (-6%) e aumentano le chiusure (+7,5%)
Sembra essersi assorbito, a distanza di due anni, lo shock impresso dalla #pandemia sulla natalità e mortalità delle #imprese. Dopo il brusco stop del 2020 (quando il saldo si fermò a solo + 19mila imprese) e il rimbalzo del 2021 (+87mila), con il 2022 il bilancio tra aperture e chiusure torna su valori medi degli ultimi 15 anni, attestandosi a 48mila attività in più tra gennaio e dicembre. A questo saldo corrisponde una crescita dello 0,8% che, al netto del +1,42% del 2021, rappresenta il dato migliore dell’ultimo decennio. Il contributo più rilevante al risultato annuale è venuto dal settore delle #costruzioni, cui si deve oltre il 40% del saldo nazionale.
Spostando l’attenzione dal saldo ai flussi che lo hanno determinato (aperture di #nuoveimprese e chiusure di imprese esistenti), il rientro delle “tensioni” sulla demografia d’impresa è avvenuto con un arretramento delle nascite (diminuite del 6% rispetto al 2021) e un’accentuazione delle cessazioni (+7,5%), con valori assoluti (313mila nuove aperture e 265mila chiusure) in entrambe i casi tra i più contenuti degli ultimi quindici anni.
Queste le principali evidenze sull’andamento della demografia delle imprese nel 2022 che emergono dai dati #Movimprese, elaborati da #Unioncamere e InfoCamere sulla base del #registroimprese delle #cameredicommercio.
“Dopo il rimbalzo, anche in termini di crescita imprenditoriale, registrato nel 2021, il saldo tra iscrizioni e cessazioni del 2022 è il miglior risultato in valori assoluti e in termini percentuali dal 2011” - sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. “Un terzo del saldo del 2022 si deve alle imprese del Mezzogiorno, aumentate di oltre 17mila unità soprattutto grazie alla spinta delle costruzioni (che proprio al Sud segnano il tasso di crescita più elevato, +2,61%), e alla ripresa del #turismo (+1,76% a fronte di un dato medio del +0,85%)”.